le nostre radici

Anno 1576. Un’Immagine della Madonna viene portata in processione nelle vie di Busto Arsizio per invocare la fine della pestilenza: improvvisamente il contagio cessa. In ricordo del miracolo i fedeli bustocchi fanno scolpire una statua lignea della Madonna con la mano destra alzata nell’atto di fermare la peste, rinominandola Madonna dell’Aiuto, da allora venerata come protettrice della città. A conferma di questo Busto viene risparmiata dalla terribile peste del 1630, descritta dal Manzoni ne “I Promessi Sposi”.

Anno 2017. A 500 anni dalla posa della prima pietra del Santuario (1517-2017) dove è conservata la statua, mi trovo in una piazza gremita di persone che sono venute per accogliere l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola.

Due ragazzi mi passano a fianco commentando: “a noi di questa cosa non ci frega niente…” . Eppure come sottolinea il cardinale, “la storia di Busto è impastata dalla presenza della Madonna, che ci aiuta al bene, agli affetti, al quotidiano, e ci riporta a suo Figlio, che c’entra quindi con tutta la vita e tutti gli aspetti della vita di tutti i giorni: la famiglia, i figli, l’educazione e il lavoro”.

A qualcuno può non interessare, ma queste sono e rimarranno sempre le nostre radici.

Matteo Reni

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