In pellegrinaggio a roma da papa francesco

Sabato mattina sono partito per Roma con alcuni amici per incontrare il Papa in occasione del sinodo dei giovani che si terrà in ottobre. L’idea era di arrivare per l’incontro con il Santo Padre al Circo Massimo unendoci a chi nei giorni precedenti aveva fatto il pellegrinaggio in città, e rimanere fino all’angelus del giorno dopo in San Pietro. Era anche una bella occasione per mettermi alla prova dal punto di vista fotografico, cercando di raccontare questa due giorni con qualche scatto.

Pensavo di fare una toccata e fuga in Frecciarossa ma mi sono trovato a patire il caldo e la calca di persone per tutto il giorno, non riuscendo nemmeno a sentire bene il Papa durante l’incontro. Bilancio della giornata: pessimo.

Il giorno dopo mi sono unito ai pellegrini ancora arrabbiato per il giorno prima, ma stando con loro tutta la mattina in San Pietro mi sono dovuto arrendere alla loro gioia, ai loro canti e al modo di stare insieme sereno e gioioso. Assurdo per gente che ha passato i 5 giorni precedenti camminando sotto il sole e dormendo per terra all’aperto. A fine giornata tornavo a casa con il sorriso sulle labbra anche io. Di tutte queste cose mi sono reso conto però solo durante il ritorno, riguardando le foto fatte. Nei miei scatti era impresso il mio cambiamento di sguardo: se del primo giorno avevo colto solo la fatica, il caldo e il fastidio, del secondo ero stato testimone e partecipe di una grande gioia.

Dalla lettera di J. Carròn ai pellegrini:

“È solo assecondando questo metodo che mi preparo ad affrontare il futuro, perché il Mistero mi offrirà i segni per trovare la mia strada. Ma la troverò solo rimanendo immerso in questo luogo che è il movimento dentro la Chiesa, perché solo così Cristo determinerà talmente il mio modo di guardare che comincerò a vedere. «Fu guardato e allora vide», dice sant’Agostino di Zaccheo. Solo se noi siamo letteralmente “a mollo” in un luogo dove Cristo riaccade costantemente, possiamo fare esperienza di una conoscenza del reale, che ci consente di intercettare gli indizi attraverso cui il Mistero chiarisce qual è la nostra strada; altrimenti sarà impossibile vedere quello che avremo davanti al naso”.

Tutto questo per me è stato possibile grazie alla compagnia dei miei amici, testimoni della loro fede, e grazie al gruppo di Icon, a cui devo l’educazione continua a vivere la fotografia come strumento per conoscere e comprendere di più quello che vivo.

Articolo e fotografie di M. Bianchi

Altre informazioni sul Sinodo dei Giovani: Sinodo dei Giovani

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